Trasformazione di una scuola di ballo in un appartamento nel palazzo Liberati, Via Ospizi Civili, Parma

Trasformare una ex scuola di danza posta in un palazzo storico in un appartamento per una famiglia con due bimbe, ricavando anche una zona studio riservata e una zona libreria/lettura, dove organizzare la collezione dei libri con uno spazio dedicato alla lettura: questa la richiesta dei committenti. All’acquisto, l’ingresso avveniva direttamente nell’ampio e alto salone finestrato, trasformato in sala da lezioni di ballo, che aveva anche funzione distributiva verso la zona servizi e verso il soggiorno.
Il progetto ha inteso inserire, nell’ampio ambiente del salone da ballo, che era stato precedentemente ricavato abbattendo alcune pareti, un contenitore spaziale reversibile/leggero ben evidente, nel quale collocare le camere da letto e una struttura soppalcata per accogliere nella parte superiore la zona studio accessibile da una scala molto snella e permeabile alla vista e nella parte inferiore l’ingresso dalla scala nobile (condominiale); la parete che disegna l’addendo, infatti, con uno stratagemma non raggiunge il soffitto e l’attacco a pavimento poggia su uno zoccolo arretrato, in modo da consentirne la lettura di “addizione” e rendere percettivamente più ampio il corridoio di distribuzione ottenuto, che è divenuto anche ingresso.
Il soggiorno, che si affaccia su Via Ospizi Civili, è stato conservato nelle componenti in cui è stato trovato, dalle cornici in gesso delle pareti, del grande specchio a parete e delle porte, al camino, alla pavimentazione in parquet e ai lampadari in vetro; l’altezza dell’ambiente ha consentito di inserire un ballatoio/soppalco in acciaio dolce al naturale trattato a cera, con impalcato in massello di noce, collocato a sbalzo sul muro di spina e disegnato in modo da rispettare i fregi della parete, con funzione di libreria con angolo consultazione.
L’altezza della zona servizi a sua volta ha permesso di ricavare un mezzanino dove collocare il climatizzatore senza unità esterna, canalizzato, e un piccolo locale di servizio a uso lavanderia.
Le pareti della struttura inserita sono state rivestire in tessuto in fibra di vetro con una trama simile a un macro-raso e tinteggiate in bianco per renderle immediatamente percepibili rispetto a quelle originarie, trattate con finiture e tinte tradizionali.
Parte della pavimentazione del salone in marmette di graniglia, comunque non originale ma risalente al dopoguerra, è stata recuperata per creare il nuovo disegno del corridoio.
Le caratteristiche dell’edificio hanno imposto di limitare le modifiche murarie a interventi minimi; il progetto è stato quindi condotto tra necessarie limitazioni e ambiziosi traguardi ed è stata naturalmente l’occasione per una verifica strutturale con puntuali opere di consolidamento.

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